luisellabolla.it - Diario di una telescrivente

Il sito di Luisella Bolla (versione per la stampa)

 

Vetrina

Tutte le donne della mia vita

“Dio fece il cibo,
il diavolo i cuochi”

(J. Joyce)

Un romanzo che ripercorre la sceneggiatura del film omonimo diretto da Simona Izzo e interpretato da Luca Zingaretti e Vanessa Incontrada. Un viaggio tra sapori, profumi, odori e colori che vagano liberamente tra la cucina e la vita.

Periscopio

Coraline

Una vecchia casa fuori dal mondo, un tempo uggioso, genitori scrittori superimpegnati. Che noia per Coraline. Ma oltre quel tubo soffice e vivo, è peggio che andar di notte. Dalla grigia realtà quotidiana agli incubi dell’Altro Mondo: avventurarsi nei sogni fa così male?

TeleObiettivo

copertina libro

Sentirsi chiedere di scegliere quattro dipinti da uno qualsiasi dei musei delle Isole Britanniche è un po’ come partecipare, immagino, a quel tremendo gioco televisivo in cui i concorrenti vengono sguinzagliati in un supermercato, e sfrecciando freneticamente fra le pesche sciroppate e il cibo per cani finiscono per accumulare nel carrello più flaconi di lisoformio di quanti una persona sana di mente potrebbe mai ragionevolmente usare” (Alan Bennett).

TeleGrammi

Un gruppo di ricercatori dell’Università di York, in Gran Bretagna, ha proposto di riciclare il polivinilalcool, una sostanza utilizzata per i monitor LCD, per costruire i supporti sui quali vengono ancorate le cellule impiegate nella medicina rigenerativa. Gli schermi a cristalli liquidi dei televisori serviranno a riparare cuori malati.

5 Feb 2010

Come eravamo

Alba Arnova

Nel dicembre del 1956, Alba Arnova, soubrette della rivista La piazzetta, di Billi e Riva, venne cacciata dalla tv per via di una calzamaglia giudicata troppo “nuda”. Lei convocò i giornalisti, si fece fotografare con la calzamaglia incriminata e disse: “Giudicate voi”. Per l’appunto: giudicate anche voi, cinquantaquattro anni dopo. A quei tempi - non è mai troppo tardi - era in vigore il “codice di autodisciplina” voluto dall’amministratore delegato Rai Filiberto Guala. Leggo alcune di quelle norme su Laura Delle Colli, Dadaumpa, Gremese ed. 1984:

1) Le relazioni sessuali non debbono essere rappresentate con particolari crudi, veristici, e tali da eccitare morbosa sensualità.

2) Le relazioni illegali debbono essere sempre configurate come anormali, e non debbono suscitare incitamento all’imitazione.

3) La seduzione e il ratto possono essere accennati quando siano indispensabili ai fini della trama, purché intervenga una chiara condanna materiale o morale.

4) Sono vietate le vicende che abbiano per oggetto o facciano cenno a malattie veneree, a perversioni sessuali, a forme patologiche, alla prostituzione e ai luoghi ad essa destinati.

5) Le scene erotiche sono proibite: i baci, gli abbracci, altre pose o gesti che abbiano comunque relazione con l’istinto sessuale, possono essere rappresentati con brevi accenni e comunque non debbono destare sensazioni morbose.

6) Le vesti e gli indumenti non debbono consentire nudità immodeste che offendano il pudore; sono proibite scene di svestimenti che abbiano carattere lascivo.

7) Le danze non debbono contenere atteggiamenti, pose o particolari che sollecitino bassi istinti.

8) I gesti, le parole, il canto, gli atteggiamenti scorretti o indecenti, le volgarità, i sottintesi scurrili o osceni, sono proibiti.

E comunque: è necessario che il delitto ed il vizio non siano descritti in maniera seducente o attraente e che i sentimenti dello spettatore, rifuggendo da essi, siano, per contro, attratti verso i principi dell”honeste vivere” e del “neminem ledere”. Né è consentito “indugiare con gusto e compiacimento sull’atto illecito descrivendolo nei particolari o negli aspetti tecnici”. Il delitto “non deve rimanere impunito e deve in ogni caso recare con sé la condanna, l’espiazione o il pentimento...”. Inoltre “particolari cautele devono essere adottate negli argomenti relativi alle relazioni sessuali o nella descrizione di imprese criminose che richiedano particolare coraggio”.

Il decalogo di autodisciplina continua (e le norme rimasero in vigore per qualche altro anno). Ecco una delle frasi leggendarie dell’ingegner Guala, pronunciata nel suo discorso di presentazione  agli impiegati Rai di Torino (e riportata in Ferretti-Broccoli-Scaramucci, Mamma Rai, Le Monnier 1997): “Sono venuto a cacciare pederasti e comunisti”. Lasciata la Rai, Guala prenderà i voti, come frate trappista, nel monastero delle Frattocchie, sulla via Ardeatina a Roma, poco distante dalla villa ottocentesca detta “Villa Togliatti”, che ospitava la Scuola dei dirigenti del Pci.

N.B. Ai suoi albori la tv contava meno di centomila abbonamenti televisivi (saliranno a un milione in quattro anni) contro i cinquemilioni abbonati della radio. Il canone era di 3.300 lire. A proposito, è scaduto il rinnovo dell’abbonamento per il 2010. Con un leggera sovrattassa siete ancora in tempo...

30 Gen 2010

Gocce d’acqua sul parabrezza

Il più grande

“Ma queste cose le fanno a Amici!” ha esclamato Fiorello, convocato per mezzo stampa (una pagina intera sul Corriere della Sera: Rosario Fiorello è atteso, ecc. ecc.”) alla prima puntata di Il più grande italiano di tutti i tempi, ogni mercoledì su Raidue alle 21. Non è un programma, ha spiegato nel trailer promozionale Francesco Facchinetti figlio dei Pooh, rivolgendosi al popolo di Raidue, della Radio, di Internet: “Questo non è un programma: è un’elezione!”.

Ed eccoli lì, i concorrenti, appesi tutto in giro al colonnato ellittico, una sorta di sacrale piazza San Pietro senza Basilica, o un laico Pantheon di tutti gli dei: sugli enormi stendardi i faccioni di Cristoforo Colombo, Falcone, Dante, Mina, Galileo, Magnani, Ferrari, Giotto, Benigni, Leopardi, Pausini, Leonardo da Vinci, Sordi, Moro, Pascoli, Mike Bongiorno, Borsellino, Pavarotti, Petrarca, Gassman, Santa Rita. “Cosa siamo noi tra questi grandissimi? Cosa siamo in confronto a loro? Gocce d’acqua su un parabrezza”. Già, chi si ricorderà di noi tra cento anni? A rispondere è chiamata una signora tra il pubblico in sala: “Nessuno, forse qualcuno se scrive un libro”. Ma Facchinetti dice che il libro lui lo ha scritto, però non lo ha letto nessuno, sarà per questo che è stato scelto a condurre il programma, pardon l’elezione, perchè è il più piccolo di tutti noi. Parole sue. “Ma voi siete matti! Vi rendete conto di quello che avete fatto?” esplode Fiorello, che giocando fa sul serio. Ha appena saputo della sua mamma che, indignata, ha spento la tv nell’attimo in cui la giuria ha eliminato dalla rosa dei papabili Padre Pio! Giù dalla torre il santo con le stimmate, della sua terna restano in gara San Francesco patrono d’Italia e Giovanni XXIII papa buono, ma l’effetto consolatorio non basta. E vai con gli altri tris: Garibaldi-Battisti-Puccini; Eduardo De Filippo-Pirandello-Troisi, De Sica-Caravaggio-Sordi, Magnani-Pasini-Loren. Prima nelle mani dei giurati, poi in quelle del televoto. Non sono “giurati”, specifica Facchinetti, sono “risolutori” (come quei ceffi dei film di Tarantino e Besson che intervengono a sciogliere nell’acido i cadaveri scomodi?). Qualche giurato resterà, qualcuno cambierà di puntata in puntata: resta Mara Venier che bacia Sgarbi (col suo ultimo libro inquadrato in primo piano) cercando di convincerlo a votare per un Grande piuttosto che per un altro, se ne vanno Tinto Brass muto come un pesce e l’ironico Buttafuoco pesce fuor d’acqua, miss Anno Zero torna a casa Santoro.

Si è fatta mezzanotte, Facchinetti è sfiancato. Chiama a gran voce i carramba boys e fa portare in studio un letto: un letto di ottone bardato di coltri rosse, un po’ cardinalizio, un po’ Ikea. Si stravacca, e con lui Martina Stella (che ha passato la serata a tirarsi sulle cosce il microabito in stretch), e pure Fiorello. Guardano il soffitto che non c’è. Fiorello non si è tolto le scarpe sul letto, ma qualche sassolino sì: “perché non chiudete?” implora, mentre Facchinetti prende la chitarra e stiracchia due note per i reduci della festa sbaraccata, e dà appuntamento ai telespettatori dopo la pausa pubblicitaria per i risultati dell’ultimo televoto. Eccoli: Puccini sbaraglia Garibaldi (e a dimettersi per protesta sarà il professor Geminello Alvi, consulente del programma). Una settimana dopo, Galileo Galilei sbaraglierà Fiorello. A sorpresa. Ci auguriamo almeno che sua moglie (di Fiorello, non di Galilei), che mercoledì scorso lo aspettava sveglia a casa, sia guarita dalla polmonite.