luisellabolla.it - Diario di una telescrivente

Il sito di Luisella Bolla (versione per la stampa)

Libri >  TV > Le avventure dell'arte in tv
Le avventure dell'arte

Luisella Bolla e Flaminia Cardini

Le avventure dell'arte in tv

Quarant'anni di esperienze italiane

Rai-Nuova Eri, Roma, 1994, pp. 420

Comincia l'avventura, ma é subito disputa: sulle forme della comunicazione visiva, sulla traducibilità dell'immagine artistica in immagine televisiva, sui ruoli e sulle competenze di storici e critici d'arte, registi e operatori tv.

Le questioni sono tante, riguardano modi, forme e contenuti dell'arte. Notizie o emozioni? Lettura estetico-formale o divulgazione? Cultura accademica o humus dell'esperienza?

Incontri e scontri avvengono sul terreno della sperimentazione. Dai primi anni Sessanta alla fine dei Settanta una stagione ricchissima vede al lavoro autori e registi provenienti dal campo del documentarismo cinematografico e della regia filmica. Lavorano nell'ombra, controcorrente, superando lo scoglio burocratico ed economico dell'azienda che spesso non ascolta le loro richieste. Vanno e vengono dagli studi di pittori e scultori, fanno sopralluoghi nei musei, ci tornano, cercano approcci, linguaggi, soluzioni sempre nuove, stili originali. Per costruire una scala di emozioni. Per avvicinare il telespettatore ai tanti possibili sguardi sull'immagine.

Li abbiamo incontrati, autori, registi, tecnici, funzionari, e ci hanno raccontato le loro avventure dell'arte in tv.

Alfredo Di Laura nel 1960 riprende Pollock mentre dipinge e apre all'arte contemporanea in televisione. Luciano Emmer gira racconti animati con gli affreschi di Giotto. Piero Berengo Gardin usa liberamente frammenti di teatro, cinema e fotografia per creare analogie e metafore inedite con le opere. Ugo Gregoretti affila il registro narrativo ironico. Franco Simongini, col fiato sul collo di Giorgio De Chirico, lo convince a dipingere davanti alle telecamere “Il sole sul cavalletto”. Anna Zanoli fa parlare Fellini, Fanfani, Gassman, Zavattini, Bianchi Bandinelli delle loro affinità elettive con l'opera d'arte. Giulio Macchi approfondisce i temi della città e dei centri storici. Anna Maria Cerrato e Gabriella Lazzoni riprendono le grandi mostre d'arte dal 1978 agli anni Novanta, dando vita ad un patrimonio di immagini che circola nelle scuole, nelle università, nei musei.

E poi ancora: Federico Zeri, Folco Portinari, Sabatino Moscati, Carlo Bertelli, Gillo Dorfles, Emilio Garroni, Omar Calabrese e tanti altri che ricordano, polemizzano, riflettono, dicono la loro su gioie e dolori dell'arte in tv.

Ma le avventure dell'arte sono state scritte anche dai duellanti che usano l'arte come arena per lo spettacolo, vedi Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi; da quelli che “a volte ritornano”, come i Bronzi di Riace; dagli “arrivano i nostri”, l'Indiana Jones televisivo.

Poco a poco l'arte scivola nel regno di esperti, ospiti, conduttori-giornalisti, presentatori di varietà, contenitori e talk show. C'é il segugio Luigi Necco; c'é lo stupefatto Marco Predolin (che fa la gaffe più bella della arte in tv, definendo i Macchiaioli “pittori che si davano alla macchia”, come racconta Fulvio Abbate in una delle interviste pubblicate sul libro); c'é Antonella Boralevi che prima di occuparsi di uomini e sentimenti conduce una serie sui giacimenti culturali definendoli “il nostro petrolio”.

L'arte diventa scenario, fondale, cornice d'eccezione per sfilate di moda, rubriche di gastronomia, concerti musicali: un nuovo localismo che scalza a modo suo le vecchie cartoline di Intervallo (ah, le pecore!)

Il volume, corredato di molte fotografie dell'Archivio del Radiocorriere-Tv, della Fototeca Rai e da repertori privati, si ferma al 1993.

Negli anni successivi, si coglie una battuta d'arresto nella programmazione dedicata all'arte e ai beni storici-artistici. Nel 1995 ci prova Claudia Koll, guida conturbante immersa in una scenografia virtuale di video d'arte, a mezzanotte e un quarto su Canale 5, con L'Angelo, un contenitore di 30 minuti per 25 puntate. Molti colori, molti effetti speciali, Cacciari che recita Rilke, un calendario di mostre ed eventi.

Poi, la sperimentazione si sposta sul canale tematico RaiSat Art.

Solo Philippe Daverio, nelle recenti puntate di Passepartout trasmesse da RaiTre sembra lanciato verso nuove, appassionate avventure dell'arte. Invita a cena storici dell'arte, galleristi, architetti e li fa parlare amabilmente, al cospetto di un vino raffinato e di un monitor che contiene, come souvenir di viaggio, i suoi reportage filmati nelle mostre e nei luoghi d'arte. Lì, nel video, é lui stesso a proporsi come opera d'arte, dai papillon alle camicie dai colletti staccabili, dai panciotti alle montature di occhiali. E' il mercante che veste le tinte dei quadri di primo Novecento. E' l'incantatore che celebra i contrasti cromatici di Kandinsky e dei futuristi. E' l'ex assessore di Milano che dice: “La politica é sempre una questione estetica”.