
Luisella Bolla e Flaminia Cardini
Carne in scatola
La rappresentazione del corpo nella televisione italiana
Rai-Eri, Roma, 1999, pp. 238
La tv scopre i corpi. Lo fa con un’esposizione incessante, che segue le ore della giornata e il flusso quotidiano dei programmi. Migliaia di immagini di corpi passano minuto dopo minuto sul piccolo schermo.
La mattina, in tv, grande allegoria della cosmesi: corpi che si allenano, si curano, si truccano, in un inno alla gioia fatto di regimi alimentari, imperativi del fitness, regole per la salute.
Il pomeriggio, trionfo del pot-pourri della cronaca esibita sul megaschermo
dello studio tv, tra i corpi giocosi delle vittime e i corpi dei carnefici, i
corpi miracolati e i corpi violentati, i corpi mondani degli ospiti e i corpi
domestici del pubblico in sala. Corpi che danzano e corpi che sfilano, corpi
tarantolati e corpi ancorati alla telecamera.
La sera, carosello tra i corpi drammatizzati dei telegiornali e i corpi
avvenenti dei quiz, tra i corpi prêt-à-porter dei talk show e i corpi
teatralizzati delle soubrettes. Una vetrina di stili che alterna corpi bon ton e
corpi frivoli, corpi eclissati e corpi travestiti, corpi eccessivi e corpi
istrionici, corpi ingessati e scampoli di corpo scoperti da abiti ammiccanti.
A getto continuo, nel corso della giornata: i corpi della pubblicità. Mettono in scena la promessa della bellezza, il mito del salutismo e le prescrizioni della cura, secondo un galateo televisivo finalizzato alla costruzione del corpo ideale. Corpi che moltiplicano le strategie del desiderio e del piacere, disponendosi morfologicamente per bipartizioni e opposizioni: grassi/magri; giovani/vecchi; leggeri/pesanti; calvi/capelluti; lisci/pelosi; morbidi/rugosi; puzzoni/profumati.
Asserragliati nell'olimpo della seduzione televisiva, i corpi perfetti, fiabeschi, lussuosi della moda e i corpi prestanti, agili, vigorosi dello sport. Corpi-barbie e corpi bionici: due mondi che si toccano, si scambiano, si mescolano nel segno del divismo e del glamour. E' la dimensione sacrale dei corpi esemplari e dei corpi da performance, attraverso i quali la tv lancia le mode, suggerisce gli stili, detta le regole del look.
A loro guarda il cantiere dei corpi della gente comune, che vuole cambiare pubblicamente i propri connotati, la propria immagine, la propria realtà. Ma per oltrepassare lo specchio e salire sul podio televisivo bisogna partecipare al gioco della metamorfosi: un vero e proprio rito di passaggio che comporta il trasfigurarsi, l'uscire dal proprio corpo per indossarne un altro, il costruirsi una nuova faccia-identità. Un programma di trasformazione fisica che passa attraverso il look (abbigliamento, trucco, capelli), il lifting (silicone), la chirurgia estetica e che culmina, dopo la trasformazione, nella sfilata in studio: una discesa dalla scalinata che rispecchia la liturgia fascinatoria della moda. “Io ti salverò”, promette la televisione al suo pubblico in scena: cambiandoti i connotati, trasformandoti in animale televisivo, regalandoti la visibilità.
Il leitmotiv della rappresentazione televisiva dei corpi è qui: nell'osmosi tra il mondo dei personaggi celebri e il mondo della gente comune. Qui interviene la rappresentazione dello spettatore, la costruzione della telegenia, la trasformazione del corpo reale in immagine, la costruzione del corpo mediatico. Complice il divertimento, la teatralità e la messa in scena del gioco, ma anche la drammaturgia esasperata e iperreale che penetra con la telecamera nell'intimità, nell'organismo, nelle viscere.
Entrano in campo performance televisive ad alta intensità emozionale, che mettono a nudo gli attimi fuggenti della realtà. Dalla nascita alla morte: dal primo piano sul parto in diretta della signora della porta accanto alle sequenze dello spegnersi del corpo di un malato terminale. Una vivisezione spettacolare che, nell'impulso ossessivo della visibilità e dell'invasività, oltrepassa la soglia tra l'indicibile e il tabù. Ma che nello stesso tempo utilizza il corpo leggero dell'attualità, il suo impatto con le mode, le tendenze, il look per compiere piccoli e grandi cambiamenti nella cultura dei corpi.